giovedì 9 giugno 2016

Storia: La Prima guerra mondiale

Il 1914 è l’anno dello scoppio in Europa della Prima guerra mondiale, chiamata “Grande guerra” per la sua importanza: si svolge infatti su un teatro molto esteso. I contrasti sono quasi esclusivamente europei. Tra di essi :

  •          L’antagonismo tra Gran Bretagna e Germania
  •         Alla Francia brucia ancora la sconfitta nella guerra franco-prussiana
  •           La Russia è preoccupata per l’ascesa della Germania sull’asse Berlino-Costantinopoli
  •         L’Italia che non è riuscita a far riconoscere da Vienna i territori che sente propri: Trento, Trieste, la Venezia Giulia e l’Istria occidentale
Già dal 1877 è attivo l’irredentismo, un movimento di opinione che rivendica questi territori come essenziali per il “completamento” dell’unità nazionale. Dunque l’adesione dell’Italia alla Triplice Alleanza (composta da Germania, Austria e la stessa Italia) diventa sempre meno decisa. Ma l’intero sistema di alleanze sembra sul punto di esplodere:
·        La Germania aspira ad unificare sotto di se tutti i popoli di lingua tedesca, anche quello dell’alleato austriaco
·        La Germania guarda con sospetto la Triplice intesa (composta da Francia, Gran Bretagna e Russia) perché in caso di guerra si troverebbe stretta tra Francia e Russia
·        Inghilterra e Francia sono alleate della Russia, un paese arretrato sul piano militare
Il 28 giugno 1914, a Sarajevo, uno studente bosniaco, Gavrilo Princip, assassina l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie. Nei mesi precedenti all'attentato Princip venne a contatto con una società segreta per l’unificazione nazionale, la Mano nera, che mirava all'autonomia della Bosnia, per diventare parte integrante della Serbia, e con questa organizzazione pianificò l'attentato. Da Berlino anche Guglielmo II chiede la punizione della Serbia, così l’Austria le rivolge un ultimatum formulato in termini tali da essere rifiutato. Belgrado risponde con la ricerca di un compromesso, ma il 28 luglio l’Austria dichiara la guerra. Scatta il meccanismo delle alleanze:
·        La Russia mobilita l’esercito sul confine austriaco; Berlino le dichiara guerra
·        I tedeschi invadono il Belgio e dichiarano guerra alla Francia
·        Gli inglesi intervengono a fianco degli alleati francesi e dichiarano guerra alla Germania
 Prende così avvio la Grande guerra. Solo l’Italia inizialmente rimane neutrale, avvalendosi di una clausola del trattato della Triplice alleanza che prevede la mobilitazione solo in caso di aggressione. Nei confronti della guerra, l’opinione pubblica italiana è divisa: si accende così un dibattito fra neutralisti e interventisti.
·        I neutralisti con Giolitti, che ritengono sufficienti le trattative diplomatiche per ottenere i territori ancora occupati dall’Austria
·        Gli interventisti con Benito Mussolini, tra cui Salandra e Gabriele D’Annunzio, che vogliono entrare in guerra

Mussolini, direttore dal 1912 del quotidiano socialista “Avanti!”, inizialmente è antinterventista, nel novembre del 1914 cambia opinione e fonda un suo giornale, “Il Popolo d’Italia”, con cui dichiara la necessità dell’intervento.  La scelta tra le due alleanze è dunque assai difficile: poiché l’Italia si rifornisce di merci via mare, schierarsi con gli imperi centrali (Germani, Austria e Regno di Bulgaria) potrebbe comportare un blocco navale da parte di Francia e Inghilterra. D’altra parte, neppure rimanere neutrali è facile, in quanto entrambi gli schieramenti possono chiedere all’Italia rifornimenti. Il 26 aprile 1915, Salandra firma il patto di Londra, con il quale si impegna ad entrare in guerra, in cambio ottiene dagli alleati la promessa dell’estensione dei territori italiani al Trentino, Venezia Giulia e Trieste. Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria e successivamente la dichiarerà anche alla Germania: al comando  delle forze armate viene posto il generale Luigi Cadorna. Il prolungarsi della guerra spinge gli Stati belligeranti a cercare nuovi alleati: la Turchia (1914) e la Bulgaria (1915) si schierano a fianco della Triplice alleanza (Germania/Austria/Regno di Bulgaria), l’Italia entra in guerra a fianco dell’Intesa seguita da Giappone, Montenegro, Portogallo, Romania (1915), Stati Uniti, Grecia e Cina (1917). Fallita la guerra lampo, le truppe germaniche e quelle franco-inglesi si schierano le une di fronte alle altre, ferme: si passa dunque dalla guerra in movimento alla guerra di posizione. Gli scontri sono numerosi e continui, e prevedono l’utilizzo di armi micidiali. Gli eserciti devono dotarsi di ripari: si scavano dunque le trincee. Gli effetti del conflitto sono avvertiti anche dalla popolazione civile, che viene coinvolta nella guerra perché i Paesi in guerra sono costretti a mobilitare tutte le risorse per sostenere lo sforzo bellico. A causa del blocco navale britannico, la Germania è costretta a sfruttare le risorse delle regioni e quindi una drastica riduzione dei consumi. Grande novità della Prima guerra mondiale è lo sviluppo dell’aviazione, con caccia bombardieri e acquistano fama numerosi piloti come Gabriele D’Annunzio, che sorvola Vienna per gettare manifesti tricolori a favore della causa italiana. Nel 1916 si combatte ormai in tutta Europa. Tutti gli Stati istituiscono il reclutamento obbligatorio. Sul fronte francese hanno luogo due grandi battaglie: quella di Verdun, dove l’esercito francese riesce a frenare l’assalto tedesco e sul fiume Somme dove gli anglo-francesi hanno lanciato una controffensiva; entrambe si risolvono in una carneficina senza portare a risultati concreti. Si torna così alla guerra di posizione. Nella primavera del 1917 si verificarono due eventi decisivi per l’esito della Grande guerra. In Russia scoppiano sommosse popolari; Il malcontento è dovuto all’incapacità dell’impero zarista di assicurare i rifornimenti a entrambi i fronti, esterno e interno. Lo zar Nicola II è costretto ad abdicare e nell’autunno, mentre l’esercito si sfalda, le sommosse si trasformano in una vera rivoluzione. A prendere il potere è il Partito bolscevico, guidato da Vladimir Ulianov, detto Lenin. Il primo atto del nuovo governo è l’uscita del Paese dal conflitto: nel dicembre 1917 viene firmato l’armistizio con la Germania, seguito dal trattato di pace di Brest-Litovsk, con cui la Russia perde Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e riconosce l’Ucraina come Stato indipendente. La chiusura del fronte russo avvantaggia i tedeschi e gli austriaci, che però si trovano davanti un nuovo avversario: gli Stati Uniti, che fino ad ora sono rimasti neutrali. Nel 1916 Wilson comincia a sentire inevitabile l’intervento in guerra. Il casus belli è offerto dalla scoperta di un tentativo diplomatico tedesco di indurre il Messico ad entrare in guerra contro gli Stati Uniti, e nell’aprile del 1917, il Presidente inoltra la dichiarazione di guerra alla Germania. Il 1917 è l’anno più difficile: le condizioni di vita si fanno sempre più dure e i segni del malcontento si leggono ovunque. Il 24 ottobre 1917, divisioni austriache e tedesche attaccano tra Plezzo e Tolmino. L’offensiva sfonda l’esercito italiano, a Caporetto, e tutte le armate italiane sono costrette a una disastrosa ritirata. Il Paese reagisce con fermezza: il generale Armando Diaz sostituisce Cadorna al comando supremo.  L’esercito si riorganizza per continuare a combattere. L’8 novembre, il re incontra i rappresentanti dell’Intesa e riconferma la volontà di continuare la guerra.
Agli inizi del 1918, la guerra non volge a favore degli Alleati. Per la Germania il costo della guerra si è fatto insostenibile: il blocco navale inglese le impedisce di ricevere qualsiasi tipo di rifornimenti. È proprio in questa mancanza che gli storici individuavano la prima causa della sconfitta della Germania. La primavera del 1918 vede gli ultimi attacchi degli austro-tedeschi contro Francia e Italia, ma vengono respinti da entrambi i Paesi. Il 4 novembre 1918 gli italiani apprendono dal generale Diaz che la guerra è finita. L’11 novembre viene firmato l’armistizio; nei giorni successivi la Germania, l’Austria e l’Ungheria si proclamano repubbliche ed è così che finisce la Grande guerra. Terminata la Prima guerra mondiale, nel gennaio del 1919 si riunì a Parigi la Conferenza di pace. Vi parteciparono soltanto i Paesi vincitori: Gran Bretagna, Francia, Italia e Stati Uniti. L’Italia ottenne il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia, Trieste e l’Istria, ma non Fiume, è per questo che si parla di “vittoria mutilata”. Vittorio Emanuele Orlando non riesce a sostenere le richieste italiane con decisione e abbandona Parigi per protesta. La questione di Fiume diviene una bandiera per i nazionalisti italiani: la città verrà occupata nel settembre 1919 dai volontari armati di Gabriele D’Annunzio, sarà dichiarata Stato libero con il trattato di Rapallo ma Gabriele D'Annunzio non si arrende e infine verrà annessa all’Italia. 

Nessun commento:

Posta un commento