giovedì 9 giugno 2016

Italiano: Le differenze di "carattere" tra Pascoli e D'Annunzio

Giovanni Pascoli è stato un poeta Decadente - un movimento artistico e letterario sviluppatosi in Europa tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento - e come lui Gabriele D’Annunzio, ma possiamo notare che tra di loro ci sono molte differenze; già notabili dalla loro vita. Giovanni Pascoli ha avuto una vita abbastanza riservata dovuta anche ai numerosi lutti familiari, tra cui l’assassinio di suo padre del 10 agosto 1867 , da cui nascono le sue teorie del nido e del fanciullino, la teoria del nido che simboleggia la famiglia e viene visto come un luogo caldo e protettivo, è il tentativo di recuperare l’età d’oro, ovvero dell’infanzia, inoltre,  sostiene che in ognuno di noi c'è un fanciullino, uno spirito sensibile che consiste nella capacità di meravigliarsi delle piccole cose. D’Annunzio al contrario di Pascoli, ha avuto una vita raffinata. È un uomo di azione, è l’incarnazione della sua teoria del superuomo e possiamo vederlo anche dal suo intervento nella Prima guerra mondiale in cui con l’impresa di Fiume diede voce al malcontento popolare per la “vittoria mutilata”. Nelle sue opere Pascoli tratta di temi semplici attraverso il ricordo dei defunti e la poetica del fanciullino, ha un linguaggio suggestivo e ricco di simboli e esprime angoscia e paura suscitate in lui dal capitalismo, mentre D’Annunzio celebra il culto del bello attraverso un linguaggio prezioso e di alto registro. Il poeta vate (poeta sacro) celebra la natura come simbolo di energia vitale. 
Queste differenze tra i due poeti si riversano inevitabilmente anche nelle loro opere. Esempi lampanti sono la Myricae di Pascoli e l’Alcyone di D’Annunzio. Per quanto riguarda la prima, che è la prima raccolta di poesie di Pascoli, vediamo che è ispirata alle cose umili con temi familiari creando un quadretto di vita quotidiana. In questa raccolta sono comprese “Novembre”,che tratta del contrasto tra la vita (cioè la primavera) e la morte (cioè l’autunno), e “X Agosto”, che Pascoli dedica al padre. L’Alcyone è invece il più famoso libro di poesie di D’Annunzio e comprende 88 liriche, contempla la natura e fonde l’uomo con essa, il famoso panismo dannunziano (una percezione profonda del mondo esterno che crea una fusione tra la natura e l’uomo. D’Annunzio vede la natura come un’entità viva con la quale l’uomo deve fondersi). La poesia più importante dell’Alcyone è “la pioggia nel pineto” che esprime al meglio il panismo di D’Annunzio. 

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